Allarme baby gang a Cosenza, la criminologa: “Segnale di ribellione”
COSENZA – “Gli episodi sempre più frequenti a Cosenza di microcriminalità giovanile cominciano a preoccupare. E l’allarme sociale – scrive in una nota la criminologa cosentina Chiara Penna – che si sta generando é dato soprattutto dalle modalità attraverso le quali questi episodi si manifestano, che appaiono caratterizzati da una escalation di violenza e da una vera e propria forma di organizzazione. Assalti alle attività commerciali e scippi ad opera di gruppi di ragazzini sono, dunque, quasi all’ordine del giorno. C’è da dire, però, che il comportamento così detto deviante ed anticonformista nei confronti della società, è un prodotto della società stessa e della cultura: non é solo l’esito di scelte meramente individuali. Alla base di ogni comportamento deviante vi è, infatti, l’impossibilità di raggiungere gli obiettivi di vita che la società indica come moralmente ed eticamente doverosi con metodi “normali”, dove per normali si intendono quelli considerati giusti e rispettosi dei diritti altrui, quindi della legge.
I componenti delle baby gang, dunque, utilizzano metodi non legittimi per il raggiungimento dei loro obiettivi di vita perché non ne contemplano altri. Il comportamento deviante ha in questo caso il carattere della rinuncia e della ribellione. Difficoltà ambientali, economiche, culturali e sociali sono certamente alla base di ogni comportamento deviante, ma il fenomeno delle baby gang nasce, come molti altri, anche delle problematiche relative al contesto nel quale questi ragazzi nascono, crescono e maturano, che non è necessariamente carente da un punto di vista economico o culturale. Alla radice di queste azioni criminali c’è piuttosto la frustrazione derivante dalla contrapposizione tra obiettivi di vita e mezzi per raggiungerli, che finisce per concretizzarsi in comportamenti antisociali, in un tentativo erroneo di raggiungere a tutti i costi i modelli di perfezione illusoria che la società attuale impone”.